mercoledì 30 aprile 2008

Fare soldi Navigando

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Differenze tra le doccie

La doccia di una donna 1. Si toglie i vestiti e li mette nella cesta della roba sporca secondo un rigoroso ordine cromatico. 2. Cammina verso il bagno con il suo accappatoio. Appena vede il marito/fidanzato, si copre bene e si chiude rapidamente in bagno. 3. Si ferma di fronte allo specchio e analizza il suo fisico. Ingrossa la pancia per poter rompere un po' più i coglioni al marito/fidanzato su quanto è grassa. 4. Cerca un asciugamano per il viso, uno per le braccia, uno per le gambe, uno per la schiena e una spugna. 5. Si mette nella doccia. 6. Si lava i capelli con uno shampoo a base di avocado e miele con 83 vitamine. 7. Si lava di nuovo i capelli con uno shampoo a base di avocado e miele con 83 vitamine. 8. Si passa un balsamo alle erbe tropicali e si massaggia per 10 minuti. 9. Si lava il viso con un sapone alla pesca con frutti di bosco fino a quando le guance non raggiungono un colore rosso fuoco. 10. Si lava il resto del corpo con un sapone alle noci e fragole. 11. Si incazza come una bestia quando il marito/fidanzato tira l'acqua del cesso perché il getto della doccia perde pressione. 12. Spegne la doccia. 13. Esce dalla doccia e si asciuga con un asciugamano dalle dimensioni dell'Africa 14. Si passa una crema rivitalizzante, rinforzante, rassodante e idratante per 15 minuti. 15. Si toglie i peli dalle ascelle e dalle gambe. Pensa a lungo sull'opportunità di radersi le parti intime, poi decide che è meglio andare dall'estetista. 16. Si scruta con feroce attenzione tutto il corpo cercando brufoli e punti neri, dopodiché li distrugge con le unghie o pinzette. 17. Esce dal bagno. 18. Appena vede il marito /fidanzato, si copre bene e si getta in camera e passa un'ora e mezza vestendosi. La doccia di un uomo 1. Si toglie i vestiti mentre è ancora a letto e li getta per terra. 2. Va nudo verso il bagno. se vede sua moglie/fidanzata le mostra orgoglioso la proboscide facendo un rumoroso barrito. 3. Si ferma di fronte allo specchio per analizzare il fisico. Ingrossa la pancia. Guarda fiero le misure del suo uccello, si gratta le palle e si annusa le mani per l'ultima volte prima di lavarsi. 4. Si mette nella doccia . 5. Si lava la faccia con il primo sapone che vede. 6. Ride come un cretino per come rimbomba la scoreggia che ha appena tirato. 7. Si lava i coglioni e il culo, curandosi di lasciare qualche pelo sul sapone. 8. Si lava i capelli con qualsiasi shampoo (spesso si confonde e usa il detergente intimo della moglie/fidanzata). 9. Piscia nella doccia facendo finta di essere Grisù alle prese con un enorme incendio. 10. Esce dalla doccia. Non si rende conto che è bagnato ovunque perché ha lasciato la tendina fuori dalla doccia. 11. Non si pettina. 12. Si asciuga un po'. 13. Si guarda di nuovo allo specchio facendo l'elicottero con il pistolino. 14. Esce lasciando il cesso tutto bagnato. 15. Torna il camera con un asciugamano alla vita. Se vede sua moglie/fidanzata si toglie l'asciugamano e le mostra orgoglioso la proboscide facendo un rumoroso barrito. 16. Getta l'asciugamano bagnato sul letto si veste in due minuti

martedì 29 aprile 2008

Un lavoro si trova, ma dequalificato

Fantozzi si guarda allo specchio, si vede Leonardo, e si consola. La figura professionale più richiesta dal mercato del lavoro italiano è ancora il ragioniere, ma i discorsi dei politici e quelli del bar, unanimi, s'aggrappano ancora al mito del genio italico che ci salverà. Non siamo forse il paese degli artisti, degli stilisti che il mondo c'invidia? No. Non lo siamo. È ora di toglierci dalla testa mitologie non solo infondate, ma pericolose. Lo fa con chirurgica spietatezza Irene Tinagli, la ricercatrice italiana del team dell'americano Richard Florida, il padre della "teoria della classe creativa". Il suo Talento da svendere, in uscita oggi da Einaudi, ha i numeri del saggio, il taglio di un pamphlet e l'obiettivo di smontare un po' di luoghi comuni sul paracadute che garantirebbe all'Italia scalcinata e impoverita di sopravvivere agli scontri coi titani della globalizzazione: ovvero la sua riserva di creatività, garantita, eterna, quasi genetica. Poveri ma geniali? Ma dove? A che serve il genio, quand'anche l'avessero nel Dna, ai 48 italiani su cento che non sanno usare Internet, alla spaventosa maggioranza che non sa neanche una lingua straniera, alla quasi totalità che non sa cosa succede nel mondo? Dove starebbe questo genio, poi, che nomi ha? Rubbia, Levi Montalcini, Dulbecco, i nostri premi Nobel, che poi hanno tutti studiato e lavorato all'estero? "Michelangelo diventò un grande artista perché aveva un muro da affrescare, e io in Italia non avevo un muro", così, amaro, Riccardo Giacconi, premio Nobel 2002 per la Fisica, italiano all'anagrafe, americano per obbligo. Marconi inventò la radio a Pontecchio, ma andò a fondare la sua impresa a Londra. Meucci inventò il telefono negli Usa. Armani, Versace? Guardiamo ai ruolini d'assunzione, piuttosto: l'anno scorso le imprese italiane hanno offerto solo il 9 per cento dei nuovi posti a figure professionali altamente qualificate. Il mito del genio solitario ci sta facendo del male. Ci rende pigri, inattivi, in attesa che l'intelligentone ci piova addosso dal cielo. Ai paesi in ascesa impetuosa non importa nulla della "caccia al talento" individuale e straordinario, da pescare già fatto "come una perla nel guscio dell'ostrica": producono invece ottimi, anonimi, compatti, efficienti staff. Negli Usa vanno forte ingegneri biomedici, elettronici e ambientali: da noi, en attendant un Galileo o un Brunelleschi, la categoria professionale in maggiore espansione è quella dei commessi e degli impiegati. E un milione di laureati s'accontenta di lavori che avrebbe potuto fare senza laurea. Abbiamo gioito troppo presto per l'impennata di iscrizioni seguita alla riforma universitaria (più 6% dal 2001 al 2004); ma è già rientrata, scopre Tinagli: dal 2004 le iscrizioni sono in calo di circa 6-8 mila unità l'anno. Gli atenei italiani offrono l'inverosimile catalogo di 5434 corsi di laurea diversi, ma le matricole sono cresciute solo del 2 per cento e i laureati "brevi" trovano lavoro più tardi e peggio pagati dei diplomati. Una domanda "scorretta" s'affaccia alla mente di ogni diciottenne: conviene proprio continuare a studiare? Le statistiche dicono che i laureati guadagnano in media 26.700 euro annui contro i 17.700 dei diplomati, ma è una media ingannevole: si arriva al top della retribuzione solo dopo molti anni, e il rischio di non iniziare nemmeno la gara è alto. Il problema allora non è delle mamme. La dotazione d'intelligenza è equamente distribuita nel mondo. Potenzialmente non siamo svantaggiati: produciamo più ingegneri della Germania, e il 7,5% della produzione internazionale di pubblicazioni di fisica è firmata da autori italiani. Secondo i criteri di Florida, la classe creativa italiana (quella parte di forza chiamata a "elaborare continuamente operazioni complesse per risolvere problemi non standardizzati") arriva a quattro milioni di persone, il 21 per cento degli occupati, ed è raddoppiata in un quindicennio. Ma per farlo fruttare, il talento bisogna coltivarlo. È il "processo di valorizzazione" che in Italia è vicino al collasso. E qui le colpe sono di molti. Gli attori del sistema che non fanno la loro parte sono almeno tre: l'università, l'impresa, e la geografia. Della prima s'è detto: e non basta il rientro faticoso di qualche centinaio di "cervelli" per riequilibrare una "bilancia dei pagamenti" del talento drammaticamente deficitaria (importiamo il 3 per cento dei nostri "creativi" dal mondo, ma esportiamo il 5% dei nostri solo negli Usa). Quanto alle imprese, l'Isfol s'è preso la briga di contare gli annunci di offerta di lavoro: nel 2006 tre su quattro non chiedevano alcun titolo di studio, il 7% in più di tre anni prima. Avere studiato non paga. Sotto la soglia degli 800 euro mensili, calcola l'Ires, c'è il 14 per cento dei licenziati elementari, il 14,1 dei diplomati e il 28,2 per cento dei laureati. Retribuzioni decenti sono più un premio all'anzianità che al merito: nei paesi Ocse siamo quello che paga meno i laureati tra i 30 e i 40 anni. Negli anni Ottanta il divario retributivo tra laureati a inizio e fine carriera era del 20%, nel 2004 era del 35%. E la geografia? Ha le sue colpe, ed è in questo capitolo che l'analisi di Tinagli risente di più dell'originale impostazione di Florida. L'Italia dei campanili, delle comunità piccole ospitali e coese... Scordatevela. È un paese di gabbie: soffocanti e bigotte. Tra tutti gli europei, secondo il World Value Survey, gli italiani sono quelli che gradiscono meno (29%) avere per vicino di casa un gay: più ancora che un tunisino. Cosa c'entra? C'entra, è il termometro dell'apertura mentale al nuovo, al diverso, senza il quale si implode nel conservatorismo e nel declino. Del resto si vede: solo il 21% dei nostri manager è donna, il 35 in Germania, il 31 in Spagna. Persino i "distretti industriali", salvezza e patrimonio dell'Emilia rossa come del Nord-Est leghista, hanno fatto il loro tempo e oggi sono, dice Tinagli, circuiti troppo chiusi, insofferenti delle eccentricità che possono turbare una comunità ma anche portarle stimoli nuovi. Il genio italico soffre di costipazione. Ci restano sole e mare?

mercoledì 23 aprile 2008

Vi presento Pepita

Ecco a voi Pepita , il mio Chiuahua!!! Una bestiolina eccezionale !!!

lunedì 14 aprile 2008

Test Sonic 31 SS Una Belva con le eliche!

scrivo solo 1 riga
900 cavalli 2 motori 70 nodi ! non ci sono parole BRUTALE

giovedì 10 aprile 2008

swallow it

Sonic 31 ss

Sabato la andiamo a provare al salone nautico di Catania con Il Grande Lucio!!!

lunedì 7 aprile 2008

Allora , nel Week end .....

Fine settimana trascorso tra influenze ggo-kart che cadono e incazzature varie nonna alla tenera età di 82 anni sabato sera ha fatto il record 40.6 di febbre e non quella del sabato sera con john travolta io mentre sistemavo il garadge mi sono preso un kart , in faccia ( inteso come strumento intero da gara ) Mi sono caduti dei bonsai spaccando i relativi vasi , ($$$$) e oggi l'ennesimo ritardo sul muto di casa , come sono felice!!! vabè domani è un altro giorno!